venerdì 11 aprile 2008

The final countdown

Ci siamo, il giorno fatale si avvicina. Milioni di teste, un buon numero di cazzo, si prestano ad entrare, matitina-muniti, nell'urna. Senza cellulari che fanno le foto, mi raccomando. Esprimono la loro opinione. Il tempo non consente gite fuori porta. Quindi sarà un po' come guidare di domenica. Prenderà la macchina anche chi non guida mai. Con ben note conseguenze.

Io preparo la valigia e il passaporto pronta all'espatrio. E' che non ci credo, questo è il problema. Non ci credo nemmeno io.

No, dico, IO, lo avete visto 'sto blog, no?

Ho perso la fede. Però ci vado, con la matitina, e voto come ho sempre votato.
Avevo 12 anni quando ho espresso per la prima volta una posizione politica. Ed ero seduta sull'altalena. Rossa. Scoprivo che il mio ex-fidanzatino era troppo bello e troppo biondo per avere idee sane nella testa. E se mi avessero fatto votare allora, avrei espresso lo stesso voto che esprimerò domenica. Una ragazzina incazzata su un'altalena rossa non può sbagliare nulla sul mondo, ha ragione e basta. Ma lei aveva la sua fede, io non più, mi fido di quello in cui credeva lei.

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