
Continua la grande saga delle piccole sfighe quotidiane.
Stamane, mentre la pioggia ottusamente continuava a piovere sul bagnato, sono uscita presto, o almeno ad un'ora che per il mio orologio biologico è prossima all'alba, prendendo le chiavi della macchina di mammà, visto che la mia, affezionatasi al parcheggio brianzolo in cui l'avevo parcheggiata, non voleva iersera riportarmi a casa. Apro la portiera, mi siedo nello spartano e iperitalico interno della panda, giro la chiave... e... cicicici-cicici... batteria scarica...
No comment.
NO COMMENT!
Riprendo le chiavi della mia macchina, pregando che parta e scongiurando che la sera riparta, percorro come ogni dì le strade più trafficate d'Italia, forse d'Europa, arrivo al lavoro, aspetto un'ora l'inizio della riunione poi per altre 7 mi espongo, come un agnello sacrificale, alle evoluzioni dei miei
dodicenni imbizzarriti.

Per la cronaca in giardino ho trovato un altro quadrifoglio.
Lo giuro. In un'altra aiuola per lo meno. E' una persecuzione.
Perseguitata dai quadrifogli. La martire verde. Che vorrà dire? Nel mio futuro c'è un'irlandese?!! O più semplicemente una Guinness?
Poi finalmente, veleggiando verso casa stremata, un filo di sole che lungo l'autostrada ha sempre il suo
fascino, col muso verso nord-ovest, la testa verso sud-est. E i
Lynard Skynard nelle casse.