Ultimamenteresto
troppo
spesso
senza
parole
e
troppo
spesso
scrivo
qui....




Ci siamo, il giorno fatale si avvicina. Milioni di teste, un buon numero di cazzo, si prestano ad entrare, matitina-muniti, nell'urna. Senza cellulari che fanno le foto, mi raccomando. Esprimono la loro opinione. Il tempo non consente gite fuori porta. Quindi sarà un po' come guidare di domenica. Prenderà la macchina anche chi non guida mai. Con ben note conseguenze.
biondo per avere idee sane nella testa. E se mi avessero fatto votare allora, avrei espresso lo stesso voto che esprimerò domenica. Una ragazzina incazzata su un'altalena rossa non può sbagliare nulla sul mondo, ha ragione e basta. Ma lei aveva la sua fede, io non più, mi fido di quello in cui credeva lei.
Meta attesa e sognata di tutta l'adolescenza, voleva dire un avventuroso viaggio verso la mia città natale, il suono degli jambe e l'odore d'incenso che si sentivano già da lontano e ti rimanevano impigliati nei capelli e nelle orecchie fino a sera. Si cominciava dalla stradina stretta con gli abusivi, in riva alla darsena, che vendevano ogni genere di ciarpame e qualche punkabbestia un po' più organizzato con gioielli bizzarri, cilum e maglioni a prova di vita da strada. Un vecchio fricchettone con un tavolino minuscolo e un impermeabile beige, leggeva i tarocchi per 10mila lire. Mica poco, a quell'età era una fortuna averle nel portafogli. Ragazzi di tutte le età facevano le vasche avanti e indietro, sbirciando tra le bancarelle e sbirciandosi tra loro, qualcuno ti abbordava chiedendoti "hai moneta?", qualcuno ti abbordava per chiederti "come ti chiami?".Si tornava a casa con un disco, con una scatola di legno o un anellino, in tempi di vacche grasse con una giacca usata. Se penso a Milano, immediatamente vedo i cieli grigi e carichi di pioggia che si specchiano nella darsena, in quell'atmosfera un po' decadente, un po' sognante ch'era il giro in senigallia il sabato pomeriggio.