martedì 29 luglio 2008

Assuefatti al dolore, schiavi del denaro.

C'era una volta una piccola comunità minori che se va in gita a Gardaland. I ragazzini si mettono in fila per salire sulle montagne russe. Arriva l'elisoccorso, tutta l'area viene evacuata, le giostre chiuse. Non si sa nulla di quello ch'è successo. Qualcuno sarà stato poco bene per il caldo, diciamo ai ragazzi, un malore. La giornata di tutti, anche la nostra continua. Risate e brividi sulle giorstre, che vengono riaperte.
Si chiamava Alessandro Fasoli e aveva 18 anni. oggi è morto travolto dalla monorotaia su cui i bambini ammirano il parco dall'alto. Lavorava come stagionale, addetto ai cancelletti di ingresso.
La nostra giornata è andata avanti, davanti alla morte orribile di un ragazzo poco più vecchio dei nostri. Nessun telegiornale ha dato la notizia.
Provo digusto, anche per me stessa, provo disgusto per la superficialità con cui abbiamo liquidato, senza chiedere, senza preoccuparci, per quel ch'è accaduto. Provo orrore, senza retorica, per la paradossale immagine di gente in coda sotto il sole, con 40euro in meno in tasca, in attesa di pochi secondi di brivido a pochi metri e a poche ore di distanza. Siamo pupazzi, infilati in un ingranaggio ben oliato che non siamo più in grado di vedere a cui ci pieghiamo con devozione.

lunedì 28 luglio 2008

Il tempo è una presa per il culo

Non c'è bisogno di conoscere la fisica per capire che il tempo è pura invenzione, pura soggettività, fatta per dare senso, per trattenere la vita che invece ama muoversi a singhiozzi, correndo, arrenstandosi, strisciando inesorabilmente troppo lenta.
Sempre fuori tempo ripetto ai tuoi pensieri, ai tuoi desideri.

Questa è la regola.Forse l'unica il signor Cronos si degna di rispettare.

domenica 27 luglio 2008

A voeuri vess sbasii
e desmentegamm tutt
voeuri stà sempper dentr' al toe lett
per vedè se l'è vera che
domà l'amor el te sana
-
voeuri savè pu nient
de come gira el mond
voeuri stàt 'taccaa tutta la nott per
provà se se l'è vera che
domà l'amor el te sana

mercoledì 23 luglio 2008

Chi è che diceva...


Che il lavoro nobilita l'uomo?

martedì 15 luglio 2008

Estate = trash

E, aggiungerei, EVVIVA IL TRASH! In tempi lontani da diavolerie moderne quali Internet, Chat e Blog, il rito dell'estate, che preparava a godersi tramonti lunari in riva al mare e frusciar di vestiti tra le fresche frasche, era sicuramente il film trash d'inizio estate. Giusto per riscaldarsi un po' prima di partire per le vacanze. Ovviamente il film doveva avere una bella storia romantica, velatamente piccante, un protagonista dagli occhi languidi, essere ambientato in estate e, conditio sine qua non, una colonna sonora orecchiabile su cui sospirare... bei tempi!!
Ma insospettatamente stasera eccolo!! Il principe di tutti i film trash dell'estate, il capolavoro dei sospiri adolescenziali. DIRTY DANCING, no dico, il nome è già tutto un programma!
Rivisto a più di un decennio e mezzo di distanza il film è, considerato secondo comuni canoni estetici neanche troppo raffinati, IMBARAZZANTE, ma, dirò la verità, guardato con gli occhi dell'adolescente che in fondo in fondo c'è ancora in me, è un capolavoro del genere qui sopra descritto.
Ora però pretendo tramonti lunari e frusciar di frasche.
Il giro-bicipite almeno il 75% di quello di Swayze.
L'estate si può dire ufficialmente iniziata.

venerdì 11 luglio 2008

Post antidepressivo.


Ok.Il post di ieri mi ha autodepressa.

Pensa che ti ripensa non mi viene in mente nulla di più allegro.

Chiedo aiuto al Lupo, allora. La parola a lei maestro, almeno ci ridiamo un po' su:

giovedì 10 luglio 2008

Libri di scuola.

Immagine di Storia e storiografia per il triennio

Capitolo 4, pagina 265 e seguenti:

-si chiedevano più ampi diritti, aumenti salariali, diminuzione degli orari di lavoro (...)
-le condizioni di vita erano rese difficili dall'inflazione che riduceva drasticamente il potere d'acquisto della moneta (...)
-l'esasperazione dei conflitti sociali, anche in ragione del forte divario fra la ricchezza dei pochi (...) e le difficoltà dei più, non solo dei ceti più umili ma anche dei ceti medi (...)
-alle difficoltà economiche si accompagnò una profonda crisi spirituale,(...)dinnanzi all'urto delle nuove istanze irrazionalistiche, pragmatistiche (...)
-Il nazionalismo soffiò sul disagio di questi ceti, sul loro risentimento (...)
-era destinato a trionfare non tanto per la propria forza, quanto per la debolezza degli avversari (...)
-tra i primi atti del nuovo governo figura l'annullamento dei provvedimenti fiscali (...) si qualificò subito per quello che veramente era, al di là delle sue formule contraddittorie: il difensore degli interessi dei ceti abbienti e del grande capitale. (...)
-si approvò una speciale legge elettorale (...) una legge maggioritaria
-furono imposte misure eccezionali per il mantenimento dell'ordine pubblico (...)
-si prese a legiferare per decreti legge(...)
-non tutta la cultura italiana si mostrò avversa (...). Gran parte di essa si uniformò al nuovo corso politico, giustificando la scelta come esigenza morale di restaurare lo Stato e l'ordine sociale (...)
-si atteggiava a difensore del cattolicesimo contro la minaccia del comunismo (...)

...scusate, dimenticavo il titolo del capitolo, per chi volesse leggerlo integralmente:

"La crisi dello stato liberale e l'avvento del fascismo in Italia"

...perché vi aveva ricordato qualcosa d'altro?

io prenderò la buona abitudine di bere un sorso di olio di ricino la sera, così giusto per abituarmi gradualmente... non so voi.

lunedì 7 luglio 2008

Scene di ordinaria isteria.

Io faccio quasi 100 km al giorno per andare e tornare dal lavoro. Ogni giorno. E' stancante, ma ci si abitua. A tutto ci si abitua. Ma oggi, tutte le isteriche lombarde, assolutamente incapaci di guidare auto evidentemente non loro, si sono date appuntamento nel distretto monza-brianza... rendendo il mio ritorno a casa un incubo costellato di manovre prive di senso, brusche frenate, ingorghi immotivati. E se parlo al femminile un motivo ci sarà. E lo dico da femmina. Da femmina. Che non tiene il piede sulla frizione. Che non balla il tiptap sul pedale del freno. Che non si ferma a 100 mt dalla linea di stop. Che non viene colta da un attacco di panico all'idea di fare un parcheggio ad S, anzi ha fatto del "parcheggio creativo" un cavallo di battaglia. Ch'è stufa di dover difendere la categoria, da motivatissimi attacchi. Sentirle blaterare di parità davanti al the con i pasticcini e farsi scarrozzare dai mariti-fidanzati-morosi. allora sapete che vi dico: STATE A CASA A FARE LA CALZA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

domenica 6 luglio 2008

E' arrivata la bufera.

Oggi c'è stato un temporale. Brevissimo e fortissimo.
La luce, il rumore, l'acqua.
Imprevedibile, irripetibile, è passato prima che me lo sia goduto fino in fondo, si è lasciato ammirare potente, per poche manciate di minuti. Poi il sole che torna, l'acqua svapora dal suolo. Odore di ozono. E tu, a 30 anni quasi suonati, ti trovi con il naso appiccicato al vetro, a guardare il cielo illuminarsi, a sentire la finestra vibrare. Come di anni ne avessi 5.

Superfluo, lussi e materialismo. Riflessioni sparse.


Ieri ho fatto un bel giro tra le bancarelle di una delle tante notti bianche. C'era un bellissimo anello, tutto di legno, con una strana decorazione a smalto, azzurra. Chi lo aveva lavorato, con le sue mani, oltre a saper fare una cosa ch'io non so, aveva prodotto un oggetto bello, piccolo e semplice ma affascinante. Costo di questa meraviglia? 8€.

Non l'ho comprato. Non avevo i soldi. Finchè non arriva lo stipendio borsa cucita. Non è un oggetto necessario.

Germe malato del consumismo? O forse, come discutevo qualche sera fa in una piacevole chiacchierata, il gusto della vita risiede anche nelle cose frivole, inutili, nel superfluo.

Siamo davvero così plagiati dal meccanismo del mercato? O forse circondarci di piccole inutili cose, di "stelle di cartone" è l'unico modo che abbiamo per resistere al materialismo bieco. All'idea che tutto deve essere utile, necessario, uno strumento per un qualche indecifrabile fine. Differenza tra il puro gusto del bello e il pragmatismo spinto. Non confondiamo con lo spreco, con il lusso. Parliamo di piccoli oggetti. Io ho visto case di ricchi, scialbe e disadorne, fare sfoggio di poche algide preziosità, e case modeste esplodere di colori e ninnoli. Non so.

Lo scorso autunno sul lago di Costanza ho comprato un porcello con le ali. In ferro.

Un piccolo pesantissimo porcello con le ali, tutto nero. Era l'ultimo, più che comprarlo ho avuto la sensazione di adottarlo e davvero, per quanto mi sforzi, non riesco a trovargli un utilità. Così mi vien da sorridere nel guardarlo appoggiato trionfalmente su una pila di libri. Inutile e felice porcello con le ali. Già. Inutile e felice.

venerdì 4 luglio 2008

Giornate dure, piccole gratificazioni e addii: Good Bye My Darling

Ieri è stata una dura, lunga giornata.
Tanto lunga e tanto dura che mi sono addormentata con un libro in mano che doveva servirmi come attimo di relax prima dell'ultima sessione di duro lavoro.
Ma lo stress aveva già raggiunto pericolosi gradi di saturazione un paio d'ore prima, verso alla fine dell'ultima domiciliare (e chi fa il mio lavoro può capire). Così prima di tornare a casa sconcertata e spossata dal nonsenso e dalla bruttura del quotidiano, mi sono fermata al supemercato. Da brava figlia del consumismo. Sono entrata e faceva fresco. Mi son comprata il Sushi, ma sì, trattiamoci bene. Ho bisogno di ricordare che la vita è fatta di piccoli lussi. Poi da brava "terrona inside" mi sono fermata davanti al banco del pane. Focaccia al formaggio, da mangiare rigorosamente in macchina, dalla carta, ungendo il volante e spargendo briciole ovunque. Ho bisogno di ricordarmi che la vita sa essere morbida ,accogliete e sapida. Poi da brava figlia istruita della classe media ho sostato a lungo davanti allo scaffale dei libri dondolandomi su un piede, poi sull'altro, pensando alla goduria della focaccia e alla frescura del pesce; stavo per andare via, quando ho visto un libricino bianco. Io non compro libri di cantati, neanche se il cantante è lui. Ma la quarta di copertina, marrana, mi ha commosso per quel che mi ha ricordato. Allora dentro, nel cestino. Ho bisogno di ricordare che la vita è fatta di mille piccole immagini, alcune a colori.
La cassiera ha condiviso con me di essere stanca e io le ho chiesto quanto le mancava a smontare, allora mi ha confidato che gli ultimi clienti, quelli delle 9.00 proprio non li sopporta. Mi ha dato del tu invece che del lei, come è obbligata a fare.
Poi ho preso la macchina, il mio disordinato e puzzolente bacarozzo nero e ho cominciato lungamente a dirle addio, cospargendola di briciole, assordandola di musica, facendomi portare a casa un'ultima volta. Enumerando tutte le cose fatte con lei e su di lei, tutte le strade percorse, tutte le persone da cui mi ha portato e allontanato. Al pezzetto di vita che si lascia indietro ogni volta. Come si può pensare che gli oggetti non abbiano un anima? Hanno la nostra.
Good bye my darling.